IL MAESTRO GRAZIADEI TRIPODI: un capitolo della storia di Airola

 

graziadei-tripodiHo conosciuto il Maestro Graziadei Tripodi nel lontano 1999, quando ancora studente, preparavo la tesi di Laurea in Storia dell’arte in Campania nel Medioevo dal titolo “La Chiesa dell’Annunziata in S. Agata dei Goti”. Dalle mie ricerche, relative al restauro del ciclo di affreschi Quattrocenteschi, scoperto appunto nella Chiesa nell’agosto del 1959 dal parroco don Alberto Concoreggi, emergeva continuamente il nome del restauratore Graziadei Tripodi e che, i lavori di restauro, effettuati tra il 1976 – 1977, e diretti appunto dal Maestro, avevano riportarono in luce buona parte delle pareti affrescate. Incuriosito cercavo allora questo restauratore per fargli qualche domanda, iniziai quindi a ricostruire la sua vita professionale attraverso articoli di quotidiani e riviste. La sorpresa più grande fu scoprire, che proprio la mia Airola ospitava questo grande artista. Infatti dal gennaio del 1994, abitava in una stanza al pianterreno, nel Convento popolarmente detto di San Pasquale Baylon a Corso Caudino, dopo tre anni  nell’agosto del 1996 si trasferì in piazza S. Donato per poi alloggiare dal 1997 a tutt’oggi nei locali dell’Avv. Mario Omaggio in Via San Carlo. Immediatamente bussai alla sua porta e grande fu l’emozione entrare per la prima volta nella sua casa-laboratorio. Con il passare del tempo, i nostri incontri si sono intensificati sempre di più, fino a diventare oggi buoni amici anche se ci separano più di 40 anni, in realtà la sua cultura, la preparazione, il suo essere sempre disponibile con tutti ed in ogni occasione, annullano qualsiasi distanza anagrafica. In Campania il Maestro arriva nel 1960, allora si trovava a Firenze con il restauratore Leonetto Tintori (1908 – 2000) pittore, scultore e capo restauratore alla Soprintendenza fiorentina. Entrambi furono chiamati a Napoli, per portare a compimento il restauro della Madonna di Montevergine nel Laboratorio di Restauro della Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d’Arte della Campania. Nel frattempo furono scoperti, durante i lavori di ristrutturazione nel Palazzo Vescovile a largo Donna Regina, dalla ditta Sepe di Afragola, degli affreschi decorativi sotto la soffitta di uno dei Saloni. La Soprintendenza, chiamata per visionare il ritrovamento, affida l’incarico di restauro a Tintori che a sua volta delega il Maestro Tripodi che intervenne con un restauro scrupoloso ed attento. Completato il recupero dell’affresco, Tripodi fa ritorno a Firenze per riprendere il lavoro di restauro degli affreschi di Giotto, nella Cappella Peruzzi della Chiesa di Santa Croce. Tintori invece era a Padova presso la Cappella degli Scrovegni a restaurare anch’egli gli affreschi del grande pittore Giotto. Nei primi mesi del 1961 il Direttore del Museo di Capodimonte Raffaello Causa, telefona al laboratorio di Tintori a Firenze e vista la sua assenza a rispondere fu un suo collaboratore il restauratore Giuseppe Rosi, che rimase sorpreso che il Prof. Causa non chiedesse di Tintori ma del Maestro Tripodi. Il Direttore lo voleva a Napoli a Santa Maria la Nova per restaurare il ciclo di affreschi che decorano la volta dell’ambulacro del chiostro, del pittore Simone Papa che raccontano la vita di San Giacomo la Marca. A Napoli il Maestro rimane a lavorare per sei anni, nel laboratorio di restauro di Capodimonte, e per la prima volta sente parlare di Airola in Provincia di Benevento, infatti nel 1962 gli viene affidato l’incarico di restaurare, sotto la direzione dei lavori del Direttore Causa e del Soprintendente Gino Doria, il dipinto ad olio su tavola “Adorazione dei Magi” datato 1558, eseguito dall’artista cosentino Pietro Negroni (1503-1565), collocato sul settimo altare della navata sinistra della Chiesa della SS. Annunziata di Airola. Nel 1966 Tripodi è di nuovo a Firenze per poi fare ritorno a Napoli nel 1972 per restarci sino al 1981, ad occuparsi del recupero degli affreschi danneggiati dal sisma del 1980, e fu in quella occasione che risente parlare di Airola, quando gli viene affidato l’incarico, dalla Soprintendenza alle Gallerie di Napoli, di staccare e restaurare il grande affresco nella sacrestia dell’Annunziata, con l’ampia scena dell’ “Assunzione della Vergine” eseguito nel 1727 da Francesco De Mura (Napoli, 1696-1782). Dopo una breve pausa a Firenze nel 1982, ritorna a Napoli per portare a compimento i lavori di restauro dei vari affreschi staccati in seguito al terremoto. Era destino, la Campania lo voleva adottare e precisamente Airola, infatti nel 1994 giunge nella nostra cittadina per restaurare una statua lignea, da noi Airolani molto venerata, quella di San Pasquale Baylon del XVIII secolo, di raffinata fattura, sistemata nella cappella di centro a sinistra nella Chiesa della “SS. Concezione” popolarmente detta di San Pasquale. Da allora le commissioni si sono susseguite, legandolo sempre di più alla nostra terra, infatti sempre per il Convento di San Pasquale e ancora nel 1994 restaura sia la statua lignea di “San Francesco” del XIX secolo, che un “Cristo Risorto”  in cartapesta. In quell’anno il Maestro era impegnato anche al restauro, nella Chiesa di San Donato, dell’ opera lignea della “Madonna della Neve”, risalente agli inizi del secolo XIX. Al 1995 risalgono invece, i restauri del “S. Biagio”, costruito su un antico manichino, venerato nella Chiesa di S. Donato dove il 3 febbraio, festa del Santo, la gente si fa ungere la gola con l’olio benedetto per proteggersi dai malanni di gola della quale il Santo è protettore, e  della statua lignea di “S. Giovanni Battista”, adorato nella Chiesa di San Giovanni ai Portisi. Per quanto riguarda le pitture, il 24 dicembre del 1995 fu inaugurato, alla presenza del M. R. Padre Provinciale Domenico Tirone, il rifacimento ad opera di Tripodi, dell’area presbiteriale nella Chiesa francescana di San Pasquale. Il presbiterio fu impreziosito da decorazioni e fregi policromi con due tempere murali ai lati dell’Altare maggiore, che raffigurano “La cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden” e “La presentazione dell’Angelo a Maria”. Al 1997 risalgono invece sia il restauro di un “Cristo Risorto” in carta pesta, conservato nella Chiesa di S. Domenico, che l’idea di progettazione della “Grotta della Madonna” (Oasi della Pace), nel giardino del Convento dei Frati Minori. Alla benedizione dell’Oasi della Pace, celebrata dal Vescovo Mons. Mario Paciello, avvenuta il 13 maggio del 1997, erano presenti oltre mille fedeli che rimasero ammirati da tanta armonia architettonica. Il risultato di tanta bellezza si doveva all’idea di Tripodi, alla progettazione del geometra Franco Ciarleglio; ai lavori diretti da Angelo Mango; e allo scultore Mario Ciaramella che realizzò i rilievi e le decorazioni che ornano l’altare, il leggìo e la cappella. Per la Chiesa di S. Michele Arcangelo a Serpentara,  il Maestro restaurò, prima la statua di “S. Emiddio” nel 1996, costruita  su un antico manichino, successivamente fu incaricato di restaurare la  statua raffigurante l’immagine di “Maria Immacolata”, realizzata da un’abile scultore napoletano, acquistata da Don Giovanni Saccone di Moiano nel 1872. La statua, che il maestro si accingeva a restaurare, era legata ad un mirabile avvenimento, riconosciuto tale il 5 agosto  del 1877 dal Vescovo di Sant’Agata Mons. Domenico Ramaschiello. Questa statua, alla presenza del popolo e delle Autorità ecclesiastiche e civili, il 7 giugno del 1875, si ravvivò nel volto come persona vivente, aprendo e chiudendo gli occhi per diversi giorni. Immagino l’emozione che provò il Maestro, quando si trovò faccia a faccia con una immagine così altamente venerata e onorata dal popolo. La responsabilità della buona riuscita del lavoro era altissima, in quanto ci si avvicinava ad un’opera che andava al di là dell’aspetto artistico, si andava a toccare con mano la materialità del sovrumano. Nel 1999 il Maestro portò a termine, su commissione dei Passionisti di Monteoliveto, il restauro della statua settecentesca del “San Michele” alato con armatura e spada con cui sconfigge il drago. Allora la statua era custodita nella Chiesa di San Carlo, poichè la Chiesa di San Michele, dove la vediamo oggi in bella mostra sull’altare principale nello spazio absidale,  per le gravi lesioni riportate dal sisma del 23 novembre 1980,  fu chiusa al pubblico e riaperta solennemente al culto soltanto dopo 25 anni e precisamente il 4 settembre 2005 da Mons. Michele De Rosa Vescovo Diocesano. Il restauro del “S. Michele” impegnò il Maestro per lungo tempo, visto che in passato la statua era stata ridipinta da gente inesperta che aveva snaturato la gamma di tonalità originaria  dell’intera opera con sovrapposizioni di colore. Quando il lavoro, certosino del Maestro, fu portato a termine e la statua esposta al pubblico il 29 settembre 1999, molti non credevano ai loro occhi, stentavano a riconoscere il loro “S. Michele” che era stato riportato alla sua originaria plasticità.  In quell’anno Tripodi fu impegnato anche nel recupero del bassorilievo della facciata della Chiesa di San Pasquale raffigurante “S. Pasquale in adorazione davanti al Tabernacolo”. La figura del Maestro Tripodi è stata ed è vitale per il nostro paese, perché ha contribuito in misura determinante, non solo alla rinascita di numerose opere d’arte presenti sul nostro territorio, ma anche ad altre forme di espressioni artistiche, collaborando con passione alla organizzazione e realizzazione di diverse manifestazioni culturali. Con la Gifra di S. Pasquale, nel dicembre del 1996, ha curato lo spettacolare Presepe vivente, con l’impiego di figuranti umani, che ripresenterà  l’anno dopo, in collaborazione con la Parrocchia di San Domenico, nella Piazza di S. Donato alla quale presero parte circa 50 giovani delle Parrocchie di S. Donato e della Annunziata. Nel 1995, nel giorno del “Giovedì Santo”, ha organizzato nella Chiesa di S. Donato, un’emozionante e commovente “Ultima Cena”, realizzando con le proprie mani tutto ciò di cui si aveva bisogno, dai costumi alle scenografie. Sempre per la Parrocchia di San Donato, nel 1995, 1996 e 1997, il Maestro  ha curato anche la Via Crucis del Venerdì Santo, tale manifestazione religiosa avveniva in costume per le strade della città con attori che rappresentavano i personaggi della Passione di Cristo. Anche per la Chiesa della SS. Annunziata, con la Parrocchia dell’Annunziata, negli anni 2003, 2004, 2005 organizzerà la manifestazione animata del “Presepe Vivente” e del “Corpus Domini”. Ancora nella Chiesa della SS. Annunziata nel 2004, 2005, 2006, riproporrà l’Ultima cena del giovedì Santo. Mentre per la Chiesa di San Pasquale realizzerà il Corpus Domini negli anni 2011 e 2012, inoltre con il “Comitato Corso Caudino San Pasquale”, nell’Epifania del 2012, ha curato in tutti i particolari una spettacolare cavalcata che rievocava l’arrivo dei Magi. Nel 1997, e precisamente nel mese di settembre, nella Galleria di Rossomando, “Il Sagittario”, in occasione della personale di Margherita Massaro, originaria di Luzzano frazione di Moiano (BN), il Maestro Tripodi espose alcuni lavori, ed in particolare un esclusivo bassorilievo colorato di particolare bellezza che suscitò nei presenti ammirazione e stupore. Nello stesso anno nel periodo natalizio, partecipò alla mostra “Festa del Presepe”, organizzata sempre dalla Galleria “Il Sagittario”, esponendo alcuni lavori presepiali, caratterizzati da una serie di personaggi realizzati con notevole intensità espressiva che suscitarono nello spettatore un forte sentimento religioso. Dall’insieme dei diversi contributi artistici, l’opera di Tripodi raggiunge l’obiettivo sperato, quello di dare un’immagine univoca della sua personalità attenta, sensibile ed estremamente vitale nel contesto sociale in cui vive. Chi ha come me, l’onore e la fortuna di conoscere Tripodi, sicuramente condividerà l’idea che nelle sue commissioni sacre, il Maestro partecipa con una notevole carica emotiva, tormentato da una curiosità inesauribile e da una sensibilità forte, passionale e disarmante, meditando profondamente sull’oggetto sacro che andrà a restaurare, evidenziando quella comunione operativa e quel rapporto stretto tra Arte Sacra e Religiosità.

ETTORE RUGGIERO

Estratto da: “GRAZIADEI TRIPODI fra restauro e pittura. Una vita al servizio dell’arte”, Depigraf, Caserta 2012

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