Nel 1962 ricorreva il secondo centenario della venuta in Diocesi di S. Alfonso Maria de’ Liguori e per solennizzare la ricorrenza un apposito Comitato Diocesano, presieduto da S. E. il Vescovo Ilario Roatta della Curia di S. Agata Dei Goti, ritenne opportuno far trasferire temporaneamente da Pagani a questa Diocesi l’Urna con le Reliquie del predetto Santo.
I festeggiamenti per l’accoglienza di S. Alfonso furono accolti con grande fervore dalla cittadinanza e da tutta l’Amministrazione Comunale di Airola che, per sentimento religioso e per dovere morale, volle partecipare e concorrere con un contributo nelle spese.
Il Vescovo S. E. Ilario Roatta fece allora richiesta al Comune di contribuire per l’Urna, trasporto e propaganda, con la somma di Lire centomila, mentre per i festeggiamenti che si svolsero nei due giorni di permanenza del Santo in Airola, chiese di erogare un contributo di Lire 43.550 al Presidente del Comitato locale dei festeggiamenti in parola Sig. Francesco Falzarano.
Il Comune erogò tale contributo, imputando la complessiva spesa di Lire 143.550 sul fondo dell’art. 104 Capo 2 Categ. 2 disponibile di Lire 200.000[1].
Il giorno 3 luglio 1963 arrivarono nella cittadina caudina le sacre spoglie di S. Alfonso Maria de’ Liguori, che fu Vescovo amatissimo della nostra Diocesi dal 1762 al 1775 e il giorno seguente ripartirono per Bucciano.
Dopo due secoli esatti dal tempo in cui tenne la sua alta missione pastorale in S. Agata dei Goti, il Santo ritornava in questa sua terra che conobbe il Suo zelo di Vescovo, la Sua passione di Apostolo e il Suo abbandono alla Divina Provvidenza.
Sant’Alfonso Maria dei Liguori già fu ospite della cittadina di Airola, nel Palazzo Ducale, oggi Istituto Penale per minorenni, come ricorda lo storico Giuseppe Montella: “In questo palagio veniva a fermarsi in S. Visita il nostro S. Pastore Alfonso Maria de Liguori, il quale nel dì 14 giugno 1762 fu consacrato Vescovo di S. Agata de’ Goti, e nel dì 2 luglio né prese possesso. Nel dì 20 settembre detto anno venne in casa di D. Carlo Mango per la vestizione di due sorelle monache, e vi fece anche il panegirico. Ivi si trattenne tre giorni. Nel 1830 fu beatificato, e nel 1839 fu santificato a gloria di Dio”[2].
Il Sindaco Romano invitò tutti i cittadini di Airola ad onorare nel modo più solenne il venerato Santo, pertanto invitava ad abbellire a festa le finestre e i balconi e chiedeva inoltre di lanciare fiori al passaggio del grande Santo. L’emozione del Sindaco, uomo di forte fede cristiana, era palpabile nel momento in cui da primo cittadino prese la parola in quel solenne giorno di festa del 3 luglio 1963: “Questa festa, con tanta partecipazione di Autorità e di popolo, ci riempie il cuore di speranza e quasi una gioia nuova ci dà la certezza che le forze del male non prevarranno. Noi siamo tutti qui riuniti per accogliere le sacre Spoglie di S. Alfonso Maria de’ Liguori: due secoli orsono Egli passava, da Vescovo, in mezzo ai nostri avi, ora passa da Santo in mezzo a noi. Ripassa per questa terra ove le Sue opere conservano ancora il loro intatto valore e nessun sconvolgimento potrà colpirle o distruggerle. Sì, S. Alfonso è ancora tra noi! Tra noi che ne conosciamo la vita di gran Santo, ben sapendo che Egli, nonostante avesse tutto per trionfare in quel settecento che conobbe le frivolezze dell’Arcadiae e dei cicisbei di cultura, ove pensatori come Capano, Jovene e Giovenale donavano i tesori della loro sapienza, ad un certo punto avvertì che quella non era la Sua strada ed abbandonò ogni cosa per dedicarsi unicamente a Dio. In ogni campo attinse vette che ancora stupiscono, sia da semplice Sacerdote che da Vescovo: ebbe una visione così precisa e totale del suo cammino che nessun ostacolo lo fermò, nessuna prudenza attenuò il suo slancio; estirpò abusi, restaurò chiese, dette elevato tono morale al Suo Seminario e nella carestia del 1763 fu preso, così nobilmente e fortemente dall’amore del prossimo, che per questa carità indispensabile ed essenziale alla salvezza delle anime nostre, Gli sembrò limitato persino il vasto campo dell’Episcopato e, malato ma non depresso, si ritirò a Pagani, dove seguitò a vivere ed operare con quel suo ritmo incessante che Gli veniva dal voto di non perdere mai tempo. Tutte le sue opere – e ne scrisse tante – conservano tuttora la loro attualità che sentiamo il bisogno di accostarci a quella Sua sorgente di vita, per finalmente dissetarci ed i suoi pensieri rimangono in noi incancellabili, ad illuminarci, quando più ci sentiamo smarriti e senza speranza. E noi, conoscendo tutta la Sua grandezza, abbiamo sentito il bisogno di stringerci a Lui, implorando il Suo perdono, pentiti e pronti a sempre meglio operare.
E tutti compatti, senza distinzione di partiti e di classe, Gli siamo andati incontro! S. Alfonso ci tenderà le mani, ci aiuterà a seguire la strada che Lui ci ha tracciato! Abbiamo sbagliato: dobbiamo tornare a Dio per salvarci.
Abbiamo i cuori pieni di terra e non vi può essere amore di Dio: l’hai scritto Tu, o Santo nostro, e ce lo gridi ancora. Siamo in tempo per salvarci.
Aiutaci Tu! Te lo imploriamo in ginocchio per noi e per i nostri figli!
ETTORE RUGGIERO
[1] Contributo per le Onoranze a S. Alfonso Maria dei Liguori, “Deliberazione Giunta Comunale di Airola”, N. 44, 19 luglio 1963.
[2] G. Montella, Cenno Storico e Topografico della antica e moderna Airola sita nella Valle Caudina, Caserta 1848, p.80.