Il monumentale palazzo dove l’Istituto funziona dal 1931 ha tutte le caratteristiche per essere chiamato storico. La sua prima ala, infatti, molto probabilmente fu costruita intorno al 1400 dai Feudatari di Airola[1].
Nella seconda metà del 1500 il duca Ferrante Caracciolo iniziò la costruzione e l’ampliamento del Palazzo Ducale, lungo la scenografica strada della SS. Annunziata, intitolata poi a Giuseppe Montella, Sindaco di Airola dal 1878 al 1910.
I signori della cittadina che abitavano nel Castello medievale, i cui ruderi ancora si vedono sulla collina di Monteoliveto, dal 1608 scesero al piano e presero dimora del palazzo che divenne la loro residenza.
Gli ultimi ad abitarlo furono i Principi della Riccia della famiglia Caracciolo.
Dopo la morte di Bartolomeo II di Capua, ultimo feudatario, avvenuta nel 1792, Airola passò al Demanio dello Stato; il Governo allora tramutò il palazzo in un quartiere di cavalleria che lo devastò tutto quanto, finché non fu acquistato dal comm. Giuseppe Montella, storico, letterato, educatore e insigne uomo politico. Dopo averlo restaurato nel 1908 Montella lo cedette al Ministero di Grazia e Giustizia perché vi facesse sorgere un Istituto di Educazione.
Lo Stato, divenuto proprietario adibì la vecchia residenza ducale in Riformatorio Femminile, inaugurandolo il 1° luglio del 1931, per poi trasformarlo in casa di Rieducazione Femminile di Stato, primo del genere in tutta Italia[2].
Un grande edificio, diviso in tre parti quasi distinte.
La prima riservata alla direzione, con abitazione del Direttore; comprendeva inoltre 5 grandi sale rimodernate dai Signori Montella, quando comprarono questa parte del palazzo Ducale. Le finestre guardano la strada dell’Annunziata e formano la facciata esterna.
La seconda parte riguarda il quartino adattato allora per le monache, addette al servizio. Anche questa parte non era del tutto nuova, essendo il locale addetto dapprima per la servitù del Duca.
Nel piano superiore vi era l’infermeria.
La terza parte, ancora più in dentro, costituiva il vero e proprio Riformatorio, propriamente detto, che poteva accogliere 200 ricoverate. Erano ragazze dai 14 ai 21 anni. Ad occuparsi delle ragazze erano le suore che vivevano con le giovani in tutti gli atti della giornata[3].
Nel 1978, con la legge 616/77, la competenza amministrativa del Tribunale dei Minorenni riguardo ai disadattati, passò agli Enti Locali, ed il Riformatorio fu trasformato in Prigione Scuola Maschile. Esso ospitava ragazzi in custodia cautelare provenienti dalla zona di Benevento, di Avellino e del Molise, nonché condannati da tutta la Campania.
L’efficiente carcere minorile maschile aveva specifiche mansioni per la riabilitazione e l’assistenza scolastica e di formazione professionale del detenuto[4].
Dal 1988, con la legge 448/88, la struttura è divenuta IPM (Istituto Penale per Minorenni), con annessa sezione di semilibertà e semidetenzione.
Il palazzo era decorato da eccellenti pitture a tela della Scuola di Luca Giordano, presenta ancora deliziosi giardini e un teatro che tutt’oggi viene utilizzato.
Negli anni è stato visitato da personalità importanti ed ha accolto figure di grande spessore quali il Re Carlo III, il più illustre Sovrano della Casa spagnola dei Borbone, che il 2 agosto del 1754, con la consorte Regina Amalia, visitò il feudo airolano, alloggiando come ospite graditissimo per due giorni e una notte nel grandioso fabbricato del Principe della Riccia, Bartolomeo II, nella strada dell’Annunziata.
In questo palazzo veniva a fermarsi in Sacra visita S. Alfonso Maria dei Liguori, dal 14 giugno 1762 Vescovo di S. Agata dei Goti.
“La prima visita agli airolesi ebbe luogo il 24 luglio 1762. Entrò in Airola trionfalmente, come angelo venuto dal cielo. Fu ospite di Don Bartolomeo II, duca di Airola, il quale gli aveva preparato, nel palazzo ducale la sua stessa stanza. Alfonso la rifiutò dicendo che era troppo grande per lui sofferente di petto, occupò quindi la stanzetta della servitù”[5].
Il Santo prelato molte altre volte visitò la cittadina di Airola dimorando ordinariamente nello stesso palazzo Ducale del Principe della Riccia, il quale non volle cedere ad altri questo onore[6].
Nel periodo in cui il palazzo fu trasformato in quartiere di cavalleria e precisamente nel marzo del 1893, Vittorio Emanuele III, allora principe di Napoli, onorò della sua presenza per tre giorni la cittadina di Airola.
In memoria di tanto onore fu scolpita la data in una lastra di marmo, murata prima nella facciata esterna e poi nell’interno del palazzo sopra il pianerottolo della prima rampa della grandiosa scalinata in marmo e porta scritte le seguenti parole: “Questa casa accolse, ospite graditissimo, Vittorio Emanuele di Savoia, Principe di Napoli, che allietò di sua presenza, tre giorni, la città di Airola. In memoria dell’altissimo onore il Comune. Marzo MDCCCXCIII”.
“La seconda volta vi fu nell’anno 1905 in occasioni di grandi manovre, fatte nella Valle Caudina. Salì più volte la collina di Monteoliveto col suo stato maggiore per osservare il movimento delle Truppe…”[7].
Il Palazzo fu visitato anche da Emanuele Filiberto duca di Aosta nel 1905.
“L’invitto condottiere della III Armata durante la grande guerra 1915-18, fu anch’egli in Airola per una visita graziosa. In ricordo, sotto la sua fotografia, appose il suo rinomato nome: Emanuele Filiberto di Savoia, Duca di Aosta. Airola Agosto 1905. Dimorò nel palazzo dei signori Montella, ove nel 1893 era stato il Principe Vittorio Emanuele[8].
Anche ilPrincipe Umberto di Savoia il 26 agosto 1932, in occasione di esercitazioni militari, visito il grandioso Riformatorio femminile giudiziario. In quella occasione la Superiora religiosa gli fornì informazioni precise circa le prime giovani entrate.
“Lasciò buona impressione in tutta la cittadina e molti formularono il voto di poterlo rivedere cinto di reale diadema. Gli eventi storici però hanno reso vano questo desiderio e voto come tutti sanno”[9].
Il 3 marzo del 1996 a visitare il Palazzo fu l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Ettore RUGGIERO
[1] S. Vasquez, L’Istituto femminile di Airola e i suoi sistemi di rieducazione, “Roma”, 3 agosto 1960, p. 9.
[2]Ibidem, p. 9.
[3]P. Filippo della S. Famiglia C. P. Monografia della Chiesa e del Ritiro dei PP. Passionisti in Airola (Benevento) , Napoli 1966, pp. 150, 151.
[4] V. Napolitano, Nuova guida storica di Airola– Dalle origini ai nostri giorni – Un Itinerario Turistico Illustrato, Ed. “Il Nostro Cammino”, Benevento 1987, p. 32.
[5] G. M. AMORE, Venerabile Monastero di S. Maria Regina Coeli della Terra d’Ayrola, Tipolitografia “La Precisa”, S. Felice a cancello (CE) 1993, p. 36.
[6]P. Filippo della S. Famiglia C. P., op. cit., p. 128.
[7]P. Filippo della S. Famiglia C. P., op. cit., p. 127.
[8]P. Filippo della S. Famiglia C. P., op. cit., p. 128.
[9]Ibidem.