Il 4 ottobre 1943, le truppe tedesche abbandonarono finalmente il territorio di Airola. Prima di lasciare il paese, però, alcuni soldati si fermarono in Piazza della Vittoria, al “Bar della Vittoria”, un piccolo locale gestito da un napoletano di nome don Raffaele.
Nel bar, l’atmosfera era carica di tensione e di un’amara ironia. Dopo l’ultima birra, i soldati, ormai stanchi e sprezzanti, si alzarono dai tavolini con gesti bruciati dalla rabbia. Con un sorriso beffardo, si avvicinarono alla specchiera del bar e, con un colpo di mano, distrussero bottiglie e boccali, come a volersi liberare di ogni legame, di ogni traccia di umanità. Con un urlo di disprezzo, lanciato più per offendere che per salutare, gridarono: “Paga Badoglio!” – una frase che riecheggiò nella stanza, vuota e gelida, quasi come un ultimo, crudele segno della loro presenza.
Poi, senza nemmeno un altro sguardo, si allontanarono dal bar.
In silenzio, salirono sui loro sidecar, il rombo dei motori che risuonava nell’aria, pronti a lasciarsi alle spalle il paese. Con una freddezza gelida, posero delle mine lungo il viale di Moiano, e in un istante, la violenza scatenò il suo inferno. Con mano spietata, distrussero alcuni platani secolari all’altezza del cimitero di Airola. L’esplosione squarciò il silenzio, abbattendo le imponenti chiome degli alberi, che caddero come secoli di storia fossero stati ridotti in polvere. Senza nemmeno un sguardo indietro, i soldati si allontanarono, svanendo all’orizzonte.
Notizie tratte da:
G. MELONE, RIMEMBRANZE – Airola negli anni dal 1940 al 1945 tra acuti disagi e allarmanti presenze con encomiabile civismo e dettagli, Tipolitografia Ciardiello e Lonardo, Airola (BN) 2015.
F. CAPORUSCIO – R. CAPORUSCIO, 75° Anniversario della fine della seconda guerra mondiale Airola e i comuni della Valle Caudina nella tragedia della guerra, Edito da Raffaele Caporuscio 2020.